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sabato 6 aprile 2024

CAPITOLO 5 - Marcia di ordinanza del Reggimento di Artiglieria Terrestre "a Cavallo", tradizionalmente conosciuto con l'appellativo di "Voloire",


Marcia di ordinanza del Reggimento di Artiglieria Terrestre "a Cavallo", tradizionalmente conosciuto con l'appellativo di "Voloire", eseguita dalla Fanfara della Brigata di cavalleria "Pozzuolo del Friuli", diretta dal Sergente Maggiore Cosimo Taurisano (autore della trascrizione per organico moderno della marcia composta - con il titolo di "Fanfara delle Batterie a Cavallo" "VOLOIRE" - da Arrigo Boito)

lunedì 1 aprile 2024

CAPITOLO 4 - Terremoto Irpinia 23 novembre 1980 - Il Reggimento Artiglieria a cavallo a supporto del Terzo Centro di Mobilitazione della Croce Rossa Italiana di Milano

 Il terremoto dell'Irpinia del 1980 fu un sirma che si verificò il 23 novembre 1980 e che colpì la Campania  centrale e la Basilicata  centro-settentrionale, con parte della provincia di Foggia entro il confine con le due regioni, coinvolgendo, però, in maniera molto ridotta anche tutto il resto dell'Italia Meridionale 



Nel mese di marzo  con il Reggimento schierato all'interno della Caserma Santa Barbara di Milano,   l'Art. Claudio FABBRETTI nel 1981   e tutti i Kepì che hanno prestato servizio presso l'Ispettorato della C.R.I di Milano,  in presenza del 54° Comandante col. Diego Bertoncin ,  riceverono una medaglia ricordo e l’Attestato di Benemerenza della Croce Rossa Italiana !
















Con l’avvicinarsi del 150° anniversario di fondazione delle VOLOIRE nell’aprile 1981, abbiamo contribuito a dare lustro al Reggimento Artiglieria a cavallo per l’assegnazione della Medaglia d’Oro al merito della sanità Pubblica».



CAPITOLO 3 - col. Diego BERTONCIN - Le Voloire - Rivista Militare 1981

 Col. Diego BERTONCIN - Rivista Militare 1980/1981 
Le Voloire, n. 2, pag. 78







domenica 31 marzo 2024

CAPITOLO 2° - LA STORIA DEL PRIMO CENTRO IPPICO di IPPOTERAPIA IN ITALIA - CASERMA SANTA BARBARA DI MILANO -

                           Gen. C.A. Diego Bertoncin (1979-1981)
ha avuto il merito di istituire i Corsi di Ippoterapia, per i quali il Reggimento è stato insignito di Medaglia d'Oro al Merito della Sanità Pubblica ( Milano, 1981).




                             

 piemontesi chiamavano «Le Voloire» quei reparti a cavallo sfrecciavano sull'acciotolato della Reggia di Venaria Reale o sotto la nostra Galleria VIttorio Emunele e arrivavano da Palazzo Reale in Piazza Duomo per raggiungere il Castello Sforzesco, un tempo destinato alla cavalleria Reale, prima ancora era stato usato dagli spagnoli.



Scriveva il Gen.  Diego Bertoncin  nei suoi album dei ricordi : !Ecco la dolcissima Emanuele Setti Carraro, poi consorte del Gen. dalla Chiesa. Alla sua destra (guardando) il Cap. medico
 Dr. Cutrufello. Sullo sfondo la cavallerizza delle Batterie, dove si svolgevano i corsi di ippoterapia, voluti e sostenuti dal Reggimento 


Dopo il Piemonte anche a Milano l'ippoterapia riesce grazie al Reggimento Artiglieria a Cavallo, in collaborazione tra Esercito e Croce Rossa Italiana alla fine degli anni Settanta con l'intervento di Emanuela Setti Carraro e il colonnello Diego Bertoncin a creare il primo Centro in Italia alla Caserma di Santa Barbara, un impegno di umanità e di valore che valse allo stendardo del Reggimento nel 1981, una medaglia d'Oro al Merito della Sanità Pubblica, conferito dall'allora MInistro Aldo Aniasi, noto sindaco socialista milanese (Oggi una Fondazione a lui dedicata si trova in via De Amicis 7 diretta da Luigi Morrone).

 Il Centro Ippico Militare della Voloire che ha sempre dato un appoggio determinante, grazie alle metodologie applicate ai ragazzi che hanno certi handicap sotto la supervisione della metodologia di studio della dottoressa Danièle Nicolas Citterio di passi in avanti se ne sono fatti e molti, grazie anche al sostegno di benefattori come la Casa d'Arte Porro & C.

L'Associazione Nazionale Italiana Riabilitazione Equestre ha permesso a Stefano Porro di creare un libro ricco di immagini piene di emozioni, «ritratti toccanti tra l'uomo e il cavallo». Le riflessioni che Porro elabora con le immagini dei suoi momenti trascorsi alla «Santa Barbara», tra campi imbiancati e concorsi ippici, ma anche durante le cavalcate di persone che hanno tratto molto dalla cura di questo «sport», si intravvede una Milano immersa nella natura, nel silenzio che rivelano tutta la nobiltà d'animo di chi frequenta questo mondo a partire dal Colonnello Valentino de Simone del 76° Comandante delle Batterie a Cavallo. Attraverso le immagini e i testi di questo libro passa anche tutta la storia perchè l'artiglieria che Vittorio Emanuele come Re Carlo Alberto, hanno utilizzato, può essere storia meno recente ma in ogni caso importante perchè senza di essa non saremmo qui a parlare di questo Centro (A.N.I.R.E.);

 Nel 1823 fu affidato ad Alfonso Ferrero Marchese della Marmora l'incarico di riammodernare l'artiglieria. Poi vennero i Vincenzo Gioberti, i Massimo D'Azeglio e i Camillo Cavour. Il reggimento La Marmora venne inviato a Berlino e San Pietroburgo come rinonoscimento del Regno d'Italia.

Fu il Governatore di Milano a volere la Caserma Perucchetti del capoluogo lombardo quale primo reggimento anche per i rampolli delle famiglie più in vista di Milano: fu proprio Domenico Perrucchetti, ideatore e fondatore degli Alpini a volere che le Voloire avessere un impegno oltre che militare anche civile.

La Nazionale Italiana Riabilitazione Equeste, a pochi minuti dal centro di Milano, continua ancora oggi a prestare il suo servizio a fini nobili unendo sport, handicap fisici e mentali a gare equestri di rilevanza internazionale. Gli operatori specializzati nella terapia attraverso il Cavallo è sempre più in aumento e a San Siro si tengono gare che dimostrano quanto questi animali intelligenti e sensibili siano così tanto vicino agli uomini e come ogni volta vada un ricordo e un ringraziamento a coloro che hanno fatto crescere questo importante settore. L'ultima volta è stato l'omaggio volto a Emanuele Setti Carraro promotore con la madre di numerose iniziative della caserma.

Il cavallo ha mezza tonnellata di potenza pura edè fatto di muscoli d'acciaio. La sua intelligenza e la sua sensibilità uniti alla studio della sua andatura continua a farsì che sia un mezzo di cura per numerose persone che grazie al suo allenamento sempre sotto il riflettori di esperti, continua a dare risultati sorprendenti.



Capitolo 1° - FONDAZIONE DELLE BATTERIE A CAVALLO - 8 APRILE 1831


 Il Reggimento Artiglieria Terrestre "a Cavallo"[1], tradizionalmente conosciuto con l'appellativo di "Voloire", è la attuale componente di artiglieria della Brigata di cavalleria Pozzuolo del Friuli dell'Esercito Italiano.

L'unità è erede e diretta continuatrice della storia e tradizioni delle "Batterie a Cavallo", più comunemente note come Volòire, costituite nel 1831, e di quelle del 3º Reggimento Artiglieria Celere. I comandanti del Reggimento hanno tradizionalmente anche il titolo di "Comandante delle Batterie a Cavallo", preceduto dal numero ordinale nell'ininterrotta successione dalla costituzione della specialità.

L'artiglieria a cavallo è una specialità dell'artiglieria nata nella seconda metà del XVIII secolo, specialmente grazie alle intuizioni di Federico il Grande, perfezionatasi poi grazie agli sviluppi della tecnica militare durante le guerre napoleoniche. Le batterie a cavallo, unità di artiglieria particolarmente mobili, venivano impiegate in appoggio rapido alle azioni delle unità di cavalleria. Erano infatti dotate di pezzi leggeri e con tutti i serventi montati a cavallo[2], caratteristiche che garantivano una notevole velocità di spostamento e messa in batteria[3]. Tipiche della artiglieria a cavallo le prese di posizione al galoppo a pochi metri dalle linee nemiche, sulle quali aprivano celermente il fuoco a mitraglia (definite anche cariche di artiglieria).


La denominazion

Incerte sono le origini dell'appellativo dialettale piemontese di "volòire"[4], tradizionalmente associato al Reggimento. Forse deriva dalla caratteristica di velocità - equiparata al volo (in dialetto piemontese significante appunto "volante"), o forse dal gonfiarsi dei mantelli degli artiglieri lanciati al galoppo che assomigliavano a delle ali scure (in piemontese la parola ratavolòira indica il pipistrello, letteralmente "topo volante"). Un'altra ipotesi fa derivare il termine dal tardo franco-provenzale voloires che significa lesto.

Oltre ad essere una denominazione ufficiosa del reparto , "volòire" è anche il grido di guerra del Reggimento, gridato nei momenti più alti delle cerimonie e all'esito del tradizionale "Caricat!" di cavalleria.

L'evoluzione organica

Dalla fondazione alla I Guerra Mondiale (1831-1918)

Le prime due Batterie a Cavallo vennero costituite l'8 aprile 1831 a Venaria Reale con Regie Patenti di S.M. Maria Cristina di Borbone-Due SicilieReggente del Regno di Sardegna. Ognuna delle due primigenie batterie era costituita da 4 ufficiali, 7 sottufficiali, 11 caporali, 178 uomini di truppa, 210 cavalli, con primo comandante Vincenzo Morelli di Popolo. Il 23 Agosto dello stesso anno le due batterie vennero riunite in una Brigata Artiglieria a Cavallo. Nel 1848 venne costituita una terza batteria. 1º gennaio 1851 in base al Regio decreto 1º ottobre 1850 venne formato l'unico reggimento di artiglieria formato da tutte le batterie dell’antico Corpo Reale di Artiglieria (costituito nel 1774 per trasformazione del Reale Reggimento di Artiglieria creato nel 1743): 3 batterie a cavallo, 10 da battaglia e 4 da posizione. In virtù dello stesso decreto venne sciolta la 3ª Batteria a cavallo e con parte di essa fu formata la 11ª Batteria da battaglia. Il reggimento si trovò quindi formato da 20 batterie di cui 2 a cavallo e 18 da battaglia.[5] Con il Regolamento del 21 giugno 1860, le Batterie a Cavallo vennero inquadrate nel 5º Reggimento Artiglieria da Campagna, per poi essere trasformate in campali con regio decreto 15 ottobre 1871.[6]

In applicazione del Regio Decreto 17 novembre 1883 vennero formate il 1° gennaio 1884 due brigate di artiglieria a cavallo su due batterie ciascuna inquadrate nell'8° Reggimento Artiglieria da Campagna di Verona, che vennero successivamente trasferite nel Reggimento d'Artiglieria a Cavallo di nuova formazione, attivato a Milano il 1° Novembre 1887 in applicazione dalla legge d'ordinamento 23 giugno 1887 e del R. D. 27 agosto successivo. Il Reggimento Artiglieria a Cavallo fu inizialmente composto di uno stato maggiore, 3 brigate (6 batterie), 1 brigata treno (4 compagnie e un deposito). La legge del 17 luglio 1910 stabili successivamente che il reggimento si componesse di uno stato maggiore, 4 gruppi di due batterie ciascuno ( 8 batterie) , 4 cp. treno e un deposito[7]. Nel 1910 le Brigate vennero rinominate Gruppi, ciascuno sempre su due batterie, ed alla vigilia della I Guerra Mondiale il Reggimento era strutturato su quattro Gruppi (assegnati uno per ciascuna Divisione di Cavalleria), due Compagnie Treno e due Compagnie Automobilisti d'Artiglieria.

Dal primo dopoguerra alla Seconda Guerra Mondiale (1919-1943)

Il Reggimento venne sciolto il 20 aprile 1920, nel quadro della generale riduzione di organici delle Forze Armate dopo la Prima Guerra Mondiale, cedendo le tradizioni al neo costituito Reggimento Artiglieria Misto Autoportato[8], per venire ricostruito il 7 gennaio 1923 sul I e II Gruppo a Cavallo (con pezzi da 75/27 Mod. 1906/12) e sul III e IV Gruppo Autotrasportato (con pezzi da 75/27 Mod.1911).

Il 14 febbraio 1928 il III e IV Gruppo Autotrasportato vennero ceduti rispettivamente al 1º ed al 4º Reggimento Artiglieria Pesante Campale, e sostituiti dal III e IV Gruppo a Cavallo di nuova costituzione.

Il 1 ottobre 1934 il Reggimento Artiglieria a Cavallo venne nuovamente sciolto, cedendo un Gruppo Artiglieria a Cavallo a ciascuno dei tre Reggimenti Artiglieria di Divisione Celere[9], successivamente rinominati[10] Reggimenti Artiglieria Celere[11]. Il IV Gruppo a Cavallo, in esubero rispetto alla nuova organizzazione, venne definitivamente sciolto.

Con l'inizio della Seconda Guerra Mondiale, tra gennaio e febbraio 1941 i tre Reggimenti Artiglieria Celere furono trasferiti in Nord Africa con i soli Gruppi Motorizzati, lasciando presso i rispettivi depositi reggimentali i Gruppi a Cavallo, ovviamente inadatti ad operare nel deserto. Da questi tre Gruppi venne ricostituito a Milano il 1 luglio 1941 il 3º Reggimento Artiglieria a Cavallo (rinominato semplicemente Reggimento Artiglieria a Cavallo, senza numerazione, dal 29 ottobre successivo), assegnato alla 3ª Divisione Celere "Principe Amedeo Duca d'Aosta" destinata al fronte russo. Con la riorganizzazione della divisione in unità interamente motorizzata nell'estate del 1942, il Reggimento Artiglieria a Cavallo e le altre componenti montate della divisione[12] lasciarono la divisione e confluirono nel Raggruppamento Truppe a Cavallo del Generale Guglielmo Barbò.

Pressoché distrutto durante le operazioni belliche e la successiva ritirata, il Reggimento rientrò in Italia all'inizio del 1943 per essere riorganizzato. Dislocato presso Lugo di Romagna ed ancora incompleto, il Reggimento si sbandò a seguito dei fatti dell'8 settembre 1943.

Dal secondo dopoguerr[modifica | modifica wikitesto]

Il Reggimento Artiglieria a Cavallo venne ricostituito a Milano il 20 novembre 1946 sul I e II Gruppo obici da 88/27, ceduti dall'11º Reggimento Artiglieria[13], tra le prime unità del rinato Esercito Italiano, ereditando anche le tradizioni del 3º Reggimento Artiglieria Celere. Successivamente rinominato Reggimento Artiglieria a Cavallo «Legnano»[14], il 30 giugno 1946 il Reggimento attivò il III Gruppo Artiglieria Contraerea Leggera su pezzi da 40/56, ceduto dal disciolto 2º Reggimento a. c/al, e nell'aprile 1952 attivò il IV e V Gruppo Artiglieria Controcarro su pezzi da 76/55, ceduti da 27º Reggimento Artiglieria di C.d.A., che dal 1º agosto 1953 vennero rinominati CVII e CVIII Gruppo Artiglieria Controcarro Semovente, rispettivamente su veicoli M10 da 76/50 ed M18 da 76/52.

Il 1º gennaio 1951 il Reggimento venne rinominato Reggimento d'Artiglieria a Cavallo Semovente di Corpo d'Armata[15], attivando il III Gruppo Artiglieria Semovente su veicoli Sexton da 88/27 e nel maggio 1955 i suoi Gruppi Controcarro vennero posti in posizione quadro e successivamente sciolti.

Il 1º aprile 1957 il Reggimento venne rinominato Reggimento Artiglieria a Cavallo Semovente Contro Carri, perdendo il III Gruppo Artiglieria Semovente sostituito dal XXI Gruppo Semoventi Controcarro su veicoli M36 da 90/50. Il 15 dicembre 1960 venne formato e posto alle dipendenze del Reggimento un Centro Ippico Militare, per "tener deste nei quadri le origini della specialità a cavallo".

Il 1º settembre 1961 il Reggimento venne rinominato Reggimento Artiglieria a Cavallo da Campagna Semovente, strutturato su tre Gruppi con veicoli M7 da 105/22, sostituiti da aprile 1964 con i più moderni veicoli M44 da 155/23 ceduti dal 27º Reggimento Artiglieria Pesante Campale, del quale assorbì anche parte del personale, e dal 1º agosto 1964 tornò alla denominazione di Reggimento Artiglieria a Cavallo


Nell'agosto del 1966 Venne formata all'interno del Reggimento una sezione ippotrainata con due pezzi da 75/27 mod. 1912, destinata a prendere parte a cerimonie e sfilate.

Nel quadro di una complessa ristrutturazione dell'Esercito Italiano, dal 1 ottobre 1975 il Reggimento venne riorganizzato sul 1º e 2º Gruppo Semoventi M44 da 155/23, il 3º e 4º Gruppo[16] a Traino Meccanico su cannoni M1 da 155/45, il 5º Gruppo a Traino Meccanico su obici M 155 da 203/25, oltre al Comando, la Batteria Comando e Servizi e la Batteria a Cavallo, organizzazione che manterrà fino all'inizio del 1981, quando venne riorganizzato su tre Gruppi Semoventi su veicoli M109 da 155/23. Nel 1986 il 3º Gruppo venne posto in posizione quadro.

La nuova complessa ristrutturazione dell'Esercito italiano all'inizio degli anni '90 vide il Reggimento riorganizzato nel 1991 sul 1º e 2º Gruppo a Traino Meccanico su cannoni/obici FH-70 da 155/39 ed il 3º Gruppo Semoventi su veicoli M109G da 155/23. L'anno successivo i due Gruppi a Traino Meccanico vennero fusi in un solo Gruppo, il 3º Gruppo Semoventi venne ceduto alla Brigata "Centauro" (30 luglio 1992), e venne costituita la batteria contraerea (30 settembre 1992).

Dal 1º gennaio 2005 le Batterie a Cavallo sono tornate "a fare campagna" a fianco della cavalleria, divenendo la componente di artiglieria della Brigata di Cavalleria "Pozzuolo del Friuli". Due batterie del reggimento sono inserite nella capacita proiettabile della Forza di Proiezione dal Mare.

Dal 2016 il reparto ha assunto la attuale denominazione di Reggimento Artiglieria Terrestre "a Cavallo".


Fonte : https://it.wikipedia.org/wiki/Reggimento_artiglieria_terrestre_%22a_cavallo%22


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